lunedì 23 aprile 2012

BANG!

 Dalla Città della Cultura della Galizia di Peter Eisenman..
 ...al BaNg!


Peter Eisenman

 Processi di progettazione in Peter Eisenman - "Architettura e modernità"
Verso la fine degli anni ‘80 i due grandi architetti che sembrano rivoluzionare il concetto e le forme architettoniche, attraverso continue sperimentazioni di ricerca concettuale, linguistica ed espressiva, catalizzando l’attenzione del dibattito moderno sono: EISENMAN e GEHRY.Eisenman, dopo un primo periodo di studio influenzato dalla conoscenza della geometria booleana e dei frattali, tenta di dare una risposta concreta in termini architettonici ad un problema abbastanza complesso come quello del movimento. Questo tema, affrontato in modo ricorrente nel corso dei secoli e legato alla scoperta più rivoluzionaria di tutto il Novecento proposta da Einstein (lo spazio è tempo e l’energia è massa), è associato a quella della velocità intesa come dato strutturante della città industriale.
A partire dall’architetto futurista Sant’Elia si inaugurano le prime fusioni tra velocità ed architettura: i suoi ascensori panoramici sfreccianti, strade che si raccordano a centrali elettriche o fabbriche.
Durante il periodo del costruttivismo russo sarà Tatlin a dare forma ad una struttura che gira a spirale su se stessa, poi Mendelsohn costruisce una torre in cui sembra prendere consistenza plastica il tema dei campi deformati di Einstein, Gropius nella progettazione dell’edificio del Bauhaus organizza spazialmente le masse in modo centripeto.
Dopo il 1925, nonostante alcune esperienze di fluidità spaziale da parte di Wright e Morandi, il problema dell’espressione formale del concetto di movimento subisce una fase di arresto, per essere ripresa solamente con l’idea di Eisenman del Blurring, “sfocamento”, inteso sia come ispirazione concettuale sia come tecnica per progettare. I suoi riferimenti sono le  opere pittoriche del futurista Balla (Dinamismo di un cane al guinzaglio) e quelle Duchamp (Nudo che scende dalle scale) in cui la ripetizione e sovrapposizione della stessa immagine permettono di esprimere, anche in modo sfocato, la successione dei movimenti dell’oggetto rappresentato.
Il primo esempio di analogia con il futurismo italiano e di apparizione del Blurring è rappresentato dal progetto di Eisenman di una casa familiare sulla costa spagnola a Cadice, Casa Guardiola a Santa Maria del Mar, nel 1988. Eisenman, non più architetto tradizionale, ma “artista concettuale” effettua una sorta di operazione “sintattica” dei volumi a ricordare il tema del movimento delle onde del mare sulla spiaggia.
Il duplicarsi delle cose in movimento, tecnica dell’oscillazione, in cui le immagini sfumano e si sovrappongono, seguendo una legge ondulatoria, determinano, attraverso incastri e sottrazioni di corpi ad L, un campo d’azione dinamico con alternanza di vuoti e pieni.
L’aspetto concettuale e formale di questa architettura, che diventa ella stessa una forma di paesaggio, è rappresentata dall’espressione geometrica che le tracce delle onde del mare lasciano impresse sulla sabbia, sempre diverse, cancellate dalle successive e nuovamente riscritte. 

La Città della Cultura è un nuovo centro culturale per la provincia nord-occidentale della Galizia in Spagna. Il design nasce dalla sovrapposizione di tre insiemi di informazioni: il primo, il piano stradale del centro medievale di Santiago che si sovrappone ad una mappa topografica del sito di collina, sovrastante la città; il secondo, una griglia cartesiana moderna prevista su queste vie medievali; il terzo, attraverso il software di modellazione, si distorce la topografia della collina, generando così una superficie topologica che riposiziona vecchio e nuovo in ​​un sistema simultaneo mai visto prima.
Gli edifici del progetto sono concepiti come tre coppie: il Museo della Galizia e del Centro Internazionale d'Arte, il Centro di Musica e Spettacolo e l'edificio centrale di servizi, e la Biblioteca della Galizia e della Galizia Archives. 
Le Caminos, o vie pedonali, tra gli edifici aperti sono anche una pubblica piazza.
La piazza è delimitata dai sei edifici e caratterizzata dagli elementi del paesaggio e dell’acqua. 
Il più grande edificio è il Teatro Performing Arts, con ben 42,5 metri di altezza. Le altezze di tutti gli edifici si smorzano con dolci curve che sembrano ricostruire la forma della collina attraverso la linea complessiva delle coperture, che sono tutte rivestite in pietra.
 Per Eisenman elementi ispiratori del progetto sono stati la conchiglia, simbolo di Santiago de Compostela, e il piano terra della parte medievale del centro storico. Il risultato è ottenuto per mezzo di un processo schematico, in cui c'è un interazione tra il piano terra del centro storico e le sovrapposte griglie ortogonali che gradualmente distorcono la pianta della città per diventare la nuova struttura del sito. Il nuovo è sovrapposto al vecchio a cui si sovrappone la forma stilizzata della conchiglia. Gli edifici sono scavati nel terreno, configurando un paesaggio urbano composto da un mix di edifici e topografia.
Nella progettazione Eisenman si è ispirato alle ley lines, linee energetiche o linee spirituali, definite dai popoli antichi, che attraversano la maggior parte dei luoghi sacri più importanti al mondo. Tramite le ley lines Eisenman definisce una relazione tra il sito e gli edifici e una tra la matrice interna e quella esterna.

Al fine di risolvere il problema della determinazione della dimensione verticale delle griglie sovrapposte e della definizione della terza dimensione, senza farne solo un’estrusione della matrice planimetrica, Eisenman elabora un sistema di regulatory lines: le linee orizzontali isostatiche fluiscono da terra verso l'alto fino al tetto, creando così una serie di traslazioni verticali. Tali linee non si evolvono semplicemente ruotando la griglia cartesiana, ma da rotazioni simultanee in più punti, producendo una trasformazione dinamica del piano terra del sito nella terza dimensione.
Ciò che rende questo progetto diverso dagli altri è la grande varietà di differenti effetti al suo interno. I materiali sono diversi. Tutti i materiali utilizzati sono autoctoni e l'articolazione dei piani e delle facciate si basa su un’astrazione della tradizione locale. In tal modo una zona interna ha il vetro sul pavimento e la pietra sulla parete che riflettendosi nel vetro crea l'illusione ottica di camminarvi sopra.